Quando l’impianto fotovoltaico non produce, l’energia necessaria al funzionamentio dei carichi elettrici
viene prelevata dalla rete elettrica. Questa energia viene pagata normalmente attraverso le usuali bollette elettriche.
Ogni utente avrà le tariffe previste dal proprio operatore elettrico.
Dunque abbiamo da un lato l’energia immessa, dall’altro lato l’energia prelevata.
Lo scambio sul posto garantisce che l’energia immessa in rete da un impianto fotovoltaico venga
valorizzata economicamente attraverso il meccanismo del contributo dello scambio sul posto,
ovvero un rimborso compensativo (detto contributo in Conto Scambio) che ripaga l’utente per l’energia che ha
immesso in rete dal proprio impianto ad energia rinnovabile.
La remunerazione è pari al prezzo di mercato dell’energia più il rimborso di parte dei servizi di rete:
distribuzione, dispacciamento ed alcuni oneri generali di sistema. Non vengono rimborsate le imposte.
E' importante sottolineare che il rimborso è calcolato su base annuale e tiene conto non solo
dell'energia immessa ma anche di quella prelevata, attraverso una compensazione ecnomica tra immissioni e prelievi.
La formula per il calcolo del contributo in conto scambio (Cs) è la seguente:
Cs= [min(Cei;Oe)] + [Es*CUsf]
dove:
Cei: il controvalore al prezzo di mercato dell’energia elettrica immessa in rete.
Cei= kWh immessi x € prezzo zonale orario dell’energia, che si forma sul mercato del giorno prima MGP
Oe:: l'onere dell'energia elettrica prelevata dalla rete per i consumi.
Oe= kWh prelevati x € prezzo unico nazionale della componente energia (detto PUN), cioè una media geografica ed oraria dei prezzi rilevati sulla Borsa Elettrica.
Es: l’energia scambiata con la rete (pari alla minore quantità tra l'energia prelevata e l'energia immessa in rete)
CUsf: i corrispettivi per i servizi di rete e per gli oneri generali di sistema. Questo valore contiene le tariffe di trasmissione dell'energia, distribuzione, dispacciamento ed alcuni oneri normalmente addebitati in bolletta (componenti A, UC, UC3 e UC6) vigenti nel mese in corso (non viene rimborsata la componente MCT).
Al fine di chiarire ulteriormente il concetto, facciamo un esempio numerico guardando la figura allegato.
Esempio pratico - Ipotesi
- Supponiamo che il nostro impianto fotovoltaico produca 8.000 kWh/annui
- Supponiamo che l'energia prodotta e direttamente autoconsumata sia pari a 3.000 kWh annui. Avremo quindi un'energia immessa in rete pari 5.000 kWh annui
- Supponiamo che l'energia prelevata dalla rete quando l'energia prodotta dal fotovoltaico è non sufficiente o assente sia pari a 6.000 kWh annui
- Supponiamo che il costo totale del kWh del nostro fornitore di energia elettrica (pari al prezzo dell'energia sommato ai costi dei servizi di rete e delle imposte) sia pari a 0,25€
- Supponiamo che il prezzo unico nazionale della componente energia (PUN) sia pari a 0,08€/kWh
- Supponiamo che il prezzo dell’energia sul mercato del giorno prima sia pari a 0,07€/kWh
- Supponiamo che corrispettivo unitario forfettario relativo ai servizi sia pari a 0,06€/kWh
Cio premesso avremo che il seguente calcolo del contributo in Conto Scambio:
Cs= [min(Cei;Oe)] + [Es*CUsf] = [min(5.000kwh * 0,07€/kWh; 6.000*0,08)] + [5.000 kWh * 0,06] = min (350€;480€) + 300 € = 350 € + 300 € = 650 €
Il contributo annuo in conto scambio, in questo esempio, ci garantisce quindi un rimborso unitario dell'energia immessa in rete pari a 650/5000=0,13 €/kWh
Si noti, quindi, che il rimborso unitario è pari a 0,13€/kWh contro i 0,25€/kWh del costo complessivo del kWh del nostro operatore elettrico.
Lo Scambio sul posto è, in assenza di incentivi, senz'altro un ottima opzione di valorizzazione dell'energia immessa in rete ma, come detto, ripaga solo una parte dei servizi e degli oneri generali, che sono parte integrante dei costi in bolletta.
Ciò fa comprendere come la massima remunerazione si ottiene grazie all’ autoconsumo: mentre si autoconsuma l'energia prodotta
si risparmia il costo totale del kwh previsto dal proprio operatore elettrico (nel nostro esempio 0,25€/kwh).
Per massimizzare l’autoconsumo è opportuno prevedere, in via generale, un impianto fotovoltaico che produca meno energia di quella totalmente consumata.